Devono succederne di cose
strane a Phoenix, in Arizona. Almeno a quanto si legge dalle avventure
alcoliche dei Greenhaven, band che prende il nome proprio da un quartiere di
questa ridente cittadina statunitense. E come ben si sa l’immaginario della
sbronza si lega alla perfezione con il rock. In questo caso i fiumi di birra
ingurgitati partoriscono un sound che il gruppo stesso definisce come un
incontro/scontro tra MC5 e Saxon.
Ascoltando il 7” dei
Greenhaven si ha proprio la sensazione di scarsa lucidità dovuta ad una
forte bevuta. In realtà più che sul metal o sul rock grezzo i quattro (Bill
alla batteria, Jay alla chitarra, Dave al basso e Matt alla voce) si buttano
a capofitto su un heavy rock molto fisico e sudato, a metà strada tra le
sonorità ruvide dei Clutch e l’irruenza di Zakk Wylde. Due pezzi sono pochi
per farsi un’idea definitiva, ma l’energia che sprigionano i dieci minuti
del cd destano impressioni a dir poco ottime.
Il primo brano è
“Southbound” (di cui è presente anche un divertentissimo video), bella
mazzata veloce e trascinante, dal tiro melodico e con assoli ficcanti.
Peccato solo per una scarsa corposità nel complesso del suono. L’altra
traccia, “Supernature”, è invece una sorta di acid doom sabbathiano
interpretato con toni ossianici e rabbia soffocante.
Spiritosi ed irriverenti, i Greenhaven sono una lieta sorpresa che renderà
ancora più devastanti le vostre calate etiliche. Li attendiamo al varco del
full lenght per completare la sbronza…